La Collana “Ambiente sostenibile” nasce dall’attività del gruppo “Master in Energia e Bioprodotti da Biomassa”*, promosso dall’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria del Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con l’Associazione Milanese Laureati in Scienze Agrarie e Forestali. Essa ha lo scopo di mettere in evidenza gli aspetti più significativi dei temi legati al mondo della biomassa e che segnano il progredire concettuale e formativo del corso.
Tratta pertanto i temi connessi alla bioenergia, dalla gestione delle biomasse, alla generazione e gestione dell’energia, e i temi connessi con la bioraffineria e la chimica verde. Presta inoltre attenzione a informazioni ed eventi legati al mondo dell’energia che abbiano ripercussioni sull’ambiente e sulla sua sostenibilità.
Argomento del secondo numero
Linee guida per una nuova filiera del biorifiuto
a cura di Davide Bianchini e Silvana Castelli
L’indicazione da parte della Comunità Europea di destinare alla preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio il 50% del rifiuto, recepita con il target nazionale corrispondente del 65% di raccolta differenziata impone una
corretta gestione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (forsu) e degli scarti del verde per non
aggravare i costi che ricadono sui cittadini. La gestione della forsu risulta critica sia in ragione degli elevati
quantitativi, sia per i potenziali impatti ambientali, sia ancora per l’individuazione delle attività più sostenibili
finalizzate al suo recupero. Al contempo, una sua corretta gestione e trasformazione richiede una
valutazione oculata della filiera anche dal punto di vista economico e sociale in termini di costo e ricadute
occupazionali del servizio erogato.
Partendo da questo presupposto ci siamo domandati: qual è la soluzione di filiera più sostenibile che
consenta di trattare il rifiuto organico ottimizzando i benefici apportati alla comunità?
Da questa domanda sono nate le linee guida presentate nel seguente volume suddiviso in otto capitoli nel
corso dei quali vengono affrontati i temi ed i parametri fondamentali per lo sviluppo di una filiera innovativa di
trasformazione del rifiuto organico secondo un modello circolare che valorizza il rifiuto in un’ottica di
bioraffineria. Il volume vuole essere un valido strumento per le amministrazioni pubbliche e per tutti coloro
che credono in questa filiera. Accanto ad un’analisi del contesto operativo e alla valutazione delle soluzioni
più sostenibili, viene presentato lo stato dell’arte delle tecnologie attualmente presenti nel mercato (Capitoli
da 1 a 7). Vengono inoltre valutate soluzioni innovative per la produzione del biometano, carburante non
inquinante, che potrebbe soddisfare più di un terzo dell’attuale consumo di gas per autotrazione e vengono
esaminati i nuovi processi di valorizzazione dei prodotti secondari del processo. Cito ad esempio la
possibilità per una valorizzazione agronomica diretta del digestato o della sua valorizzazione a seguito di
pirolizzazione, o ancora per il recupero di azoto e fosforo; sono state valutate al contempo le possibilità di
recupero della CO2 dall’offgas del processo di purificazione e upgrading del biogas a biometano (Capitolo 8).
Argomento del primo numero:
Rifiuti organici: da prodotto di scarto a materiale energetico
In questi anni uno dei temi di interesse nel settore ambientale ed energetico è l’evoluzione del concetto di rifiuto, che nel corso degli ultimi 15 anni si sta profondamente modificando.
Il recupero ed il riciclo stanno infatti divenendo argomenti di priorità nell’evoluzione del sistema sociale ed economico. In questa direzione la realizzazione di un efficace sistema di recupero di materie nelle diverse destinazioni del loro ciclo di vita riveste interesse per le prospettive di occupazione e di investimento. Quelli che erano considerati solo prodotti di scarto stanno diventando infatti materiali di partenza molto importanti nell’ambito della green economy e dello sviluppo sostenibile.
In questo contesto vengono trattati i rifiuti organici dai quali, in base alle loro caratteristiche merceologiche, è possibile recuperare materia, energia rinnovabile o nuovi composti.
Una quota significativa dei rifiuti è rappresentata dai rifiuti organici biodegradabili. Questi vengono prodotti in ambito industriale, agricolo o all’interno della comunità, come nel caso della FORSU (la frazione organica dei rifiuti solidi urbani) che comprende scarti di cucina, residui di frutta e verdura, ma anche scarti da giardino.
Numerose aziende private e pubbliche vedono nel recupero energetico da rifiuto un’interessante opportunità per produrre energia rinnovabile nel rispetto e nella salvaguardia dell’ambiente. Alcune sono già operative a livello nazionale e con prospettive di crescita e sviluppo a livello internazionale, con interessi rivolti anche al mercato del bacino mediterraneo.
Per questi motivi si è pensato di attivare questo primo numero de “I Quaderni del Master” trattando proprio il rifiuto biodegradabile, da prodotto di scarto a materiale per la produzione di vettori energetici rinnovabili. La possibilità pertanto di recuperare la porzione organica contenuta nei rifiuti per produrre energia è una grande opportunità per le comunità urbane. È quindi importante conoscere le potenzialità, gli aspetti tecnici e le criticità che sono alla base dello sviluppo del settore.
*Fino alla V Edizione denominato “Master in Gestione delle Biomasse e dei processi per la produzione di energia”.